Dopo
la liberazione, gli alleati attivarono nell’Italia meridionale diversi
“campi di raccolta”, nei quali concentrare ed assistere tutti coloro
che, durante la guerra, avevano abbandonato la loro ritorno. Dapprima
presenti soprattutto in Puglia, Calabria e Campania, i campi di raccolta
furono, in seguito, attivati anche nel resto della penisola. Si
calcola che, dopo la guerra, circa 40 milioni di persone sradicate dalla
propria terra vagavano per l’Europa. Ebrei internati e deportati, ex
prigionieri di guerra, rifugiati della ex Jugoslavia, criminali di
guerra e collaborazionisti del nazifascismo, i profughi dalle colonie
italiane, gli esuli giuliani e dalmati, i rifugiati ungheresi e
dell’Europa dell’est durante la guerra fredda. patria,
volontariamente o perché costretti (Displaced Persons),
e non potevano o non volevano farvi Centinaia
di strutture, spesso ottenute riadattando gli ex campi di concentramento
del regime, come quelli di Ferramonti, Fossoli e la Risiera di San
Sabba, furono allestite dagli alleati, dal governo italiano e dagli
organismi internazionali per tentare di “ricollocare” i profughi che
si trovavano sul territorio. I
campi sotto l’egida degli organismi internazionali furono attivi dal
1943 al 1953. Prima l’United Nation Relief Rehabilitation (U.N.R.R.A),
poi il Comitato Intergovernativo per i Rifugiati (I.C.G.R.), fino all’
International Refugeé Organisation (I.R.O.) creato dall’ONU nel 1947,
in concerto con i governi nazionali e vari enti di assistenza. Il
governo italiano affiancava o gestiva direttamente alcune strutture
tramite il Ministero per l’Assistenza post bellica, quello
dell’Interno e quelli gestiti dall’Amministrazione Italiana per gli
Aiuti Internazionali (A.A.I) diretta da Ludovico Montini. L’Italia,
insieme alla Germania, ospitò il maggior numero di “campi di
transito” e “campi di attesa” per le displaced persons.
Coloro che venivano muniti del passaporto e riconosciuti come profughi
venivano inviati in seguito nei “campi di addestramento e
d’imbarco”, tra i quali quello di Bagnoli capace di ospitare fino a
10.000 persone, per poi essere rimpatriati nei paesi di provenienza, o,
nella maggior parte dei casi, fatti emigrare nelle Americhe, in
Australia e nell’Europa occidentale. La
maggior parte degli ebrei ex deportati e perseguitati razziali, dopo una
prima permanenza nei centri
di raccolta in Puglia, emigrarono clandestinamente verso la Palestina Affianco
a queste strutture sorsero i campi per i profughi provenienti dalle
colonie italiane, africane e greche, e dal consistente esodo degli
istriani e dalmati. Per la parte riguardante i profughi ebrei: M.G. Enardu, L’immigrazione illegale ebraica in Palestina e la politica estera italiana, 1945-1948, in “Storia delle relazioni internazionali”, 1986, 1, pp.147-166. A. Oron, L’ospitalità dell’Italia e l’opera di salvataggio degli ebrei negli anni 1945-48, in Scritti e memorie di Sally Mayer, Milano-Gerusalemme, 1956. A.J. Kochavi, The Displaced Persons’ Problem and the Formulation of British Policy in Palestine, in “Studies in Zionism”, Volume 10, n. 1, spring 1988. A.Sereni, I clandestini del mare. L’emigrazione ebraica in terra d’Israele dal 1945 al 1948, Milano, 1973. S. Sorani, L’assistenza ai profughi ebrei in Italia (1933-1947), Roma , 1983. M. Sarfatti, Gli ebrei nell’Italia fascista. Vicende, identità, persecuzione, Torino, 2000. F. Terzulli, Alberobello 1947, Signorine e displaced persons a Masseria Gigante, in “Riflessioni. Umanesimo della Pietra”, luglio 1992, pp. 137-156. M. Toscano, La “porta di Sion”. L’Italia e l’immigrazione ebraica in Palestina (1945-1948), Bologna, 1990. V. Antonio Lezzi e G. Esposito, Terra di frontiera. Profughi ed ex internati in Puglia. 1943-1954, Irrsae Puglia - Ipsaic, Progedit, Cassano delle Murge (Bari), 2000; M. Toscano, L’emigrazione ebraica in Italia dopo il 1938, in “Storia contemporanea”, dicembre 1988, pp. 1287-1314. C. Vivanti (a cura di), Gli ebrei in Italia, Torino, 1997 (vol. II). K. Voigt, Rifugio precario. Gli esuli in Italia dal 1933 al 1945, Firenze, 1996 (vol. II), 1993 (vol. I).
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