Il campo di Renicci

I DECESSI


Disegno di uno degli internati, Drago Vidmar: il barroccio con il quale venivano trasportati i morti. (museo Novejzte Zgodovine, Lubiana)

Immagine della camera mortuaria del campo oggi. (foto D. Finzi)



Altra immagine della camera mortuaria del campo oggi. (foto D. Finzi)

Disegno di uno degli internati, Drago Vidmar, raffigurante le tende del campo dove risulta da alcune testimonianze venissero deposte le salme degli internati prima di essere tumulate. (museo Novejzte Zgodovine, Lubiana)


I morti venivano ammucchiati nella camera mortuaria del campo e sotto una tenda
in attesa che il soldato Berto Giorni preparasse delle modeste casse. Il primo centinaio di morti fu seppellito nel cimitero di Micciano, un’antica Pieve che dista poco più di un chilometro dal campo. Il pievano, don Giuliano Giglioni, ebbe l’accortezza di scrivere i nomi dei defunti su un semplice foglio di quaderno. Questo permise a molti familiari (alla fine della guerra) di ritrovare i loro morti e di riportarli in patria. Gli altri morti furono tumulati nel campo santo di Anghiari e di Sansepolcro.

Nel 1973 fu inaugurato nel cimitero di Sansepolcro un mausoleo, che raccoglie le spoglie di alcune vittime iugoslave del campo di Renicci.

 

 

Dislocazione delle tombe degli internati slavi del campo di Renicci sepolti nel cimitero di Micciano. (Raccolta Bartolomei)


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