Il campo di Villa Oliveto


Il 26 maggio 1940 il sottosegretario per l’Interno Guido Buffarini comunica che "il Duce desidera che si preparino dei campi di concentramento anche per ebrei, in caso di guerra".

In Toscana vengono allestiti durante la guerra quattro campi per l’internamento di civili; in due di questi, Bagno a Ripoli e Oliveto, vengono ospitati ebrei stranieri.

Il campo di Villa Oliveto, posto a 16 chilometri da Arezzo e 4 da Badia al Pino, viene allestito in un edificio composto da un piano terra e due piani superiori, di proprietà di Pasquale Mazzi. La villa era stata usata già nel 1934 come campo di addestramento per gli Ustascia di Ante Pavelic.

Il Mazzi, al momento del contratto di affitto con il Prefetto di Arezzo, si impegna anche come fornitore del campo, a gestire cioè l’alimentazione degli internati secondo una tabella sottoscritta da lui stesso, dal Prefetto, dal Questore di Arezzo e dall’Ispettore di Pubblica Sicurezza.








 

Gruppo familiare con cuoche nel giardino di Villa Oliveto prima dell’istituzione del campo. (foto Laura Giannini Cocco)


L’amministrazione del campo verrà poi varie volte richiamata dall’Ispettore Generale di PS perché sospettata di praticare prezzi troppo alti nello spaccio e per l’insufficiente somministrazione degli alimenti.



Relazione su Villa Oliveto come località adatta per essere un campo di concentramento, maggio 1940. (ACS, Roma)

Contratto di appalto fra la Prefettura e il fornitore Pasquale Mazzi, 5 giugno 1940. (ACS, Roma)

 

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