Tra il 25 luglio e l’8
settembre 1943 Badoglio mantenne in vigore l’intera legislazione
persecutoria, anche se furono prese misure per la liberazione degli
internati.
L’ordine per la liberazione degli ebrei
stranieri giunse solo l’11 settembre.
Mentre il campo di Bagno a
Ripoli continuò a mantenere la detenzione degli ebrei là internati
dietro intervento del Questore di Firenze Mormino, ad
Oliveto all’arrivo della circolare vennero aperte le porte del campo.
Molti ebrei rimasero però nella struttura credendo di potervi continuare
a vivere tranquilli e protetti e avendo paura di andare incontro a
pericolose incognite avventurandosi nel mondo esterno. Gli internati di
Oliveto erano molto meno consci del pericolo incombente di quelli di Bagno
a Ripoli, 50 dei quali si dettero alla fuga il 22 settembre nonostante la
sorveglianza fosse stata rafforzata.
La difficoltà a mettersi in salvo
era maggiore al campo di Oliveto per la presenza di donne e bambini, che
invece erano assenti a Bagno a Ripoli.
Dopo l’armistizio
rimasero a Villa Mazzi una settantina di persone, per la maggior parte
donne e bambini.
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Circolare
relativa alla liberazione degli internati, 11 settembre 1943.
(Archivio Storico Comunale, Civitella in Val di Chiana) |
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